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26 Aprile 2021

Degustatore birra, lezione numero sei: le birre a bassa fermentazione

Matteo Malacaria, autore del blog “Birramoriamoci” e del libro “Viaggio al Centro della Birra”, ci racconta la sua esperienza nel Corso per Degustatore di Birra: dopo la precedente lezione sulle birre ad alta fermentazione, la sesta lezione è dedicata alle birre a bassa, cosiddette Lager. Dalla Germania alla Repubblica Ceca, fino agli Stati Uniti e persino l’Italia.

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Ecco il mio resoconto della sesta lezione del Corso Degustatore Birra.

Prosegue il corso per Degustatore Birra. Dopo la precedente lezione, dedicata alle alte fermentazioni, stavolta tocca alle basse; le cosiddette Lager. Germania, dunque, ma non solo. Anche la Repubblica Ceca, gli Stati Uniti e persino l’Italia hanno molto da dire sull’argomento. E certamente da bere. Questa lezione è stata illuminante sotto almeno due punti di vista. Il primo, per l’appunto, è che in Italia abbiamo ottime interpretazioni, macché dico, straordinarie di queste categorie stilistiche. La seconda, importante per la birra in generale ma fondamentale quando si parla di basse fermentazioni, sono gestione e servizio. La birra a bassa fermentazione è una cosa seria e basta poco per deturpare birre sì delicate. Patisca la sete chi non le tratta con il dovuto rispetto.

Batzen

Birra 1: Batzen Dunkel Bock 6.3%

Iddio benedica questo stile, che personalmente trovo immortale. La voluttuosità dei malti, l’appagante felicità che solo un carbolover conosce e che un potenziale di abbinamento al cibo notevole. Le Bock sono come una carezza in un pugno: apparentemente tenere, eppure se necessario tirano fuori il carattere.

Birra 2: Nigredo, Schwarzbier 6.5% del Birrificio Italiano

Stre-pi-to-sa! Erano anni che non la bevevo e sono contento di averla ritrovata così in forma. A dispetto delle tradizionali Schwarz, qui il protagonista è il luppolo tostato, che dona allo stile un’insolita e apprezzabile nota balsamica, con cenni erbacei e speziati. Ma il lascito più importante, non bruciato né tostato, è il ricordo delle patate al cartoccio e della cenere sotto cui vengono sepolte e cucinate. Chi lo ha detto che le basse fermentazioni non fanno sognare?

Nigredo
Mastino

Birra 3: 1291, Bohemian Pils 4.9% del Birrificio Mastino

Panificati chiari con divagazioni di miele al naso; idem con patate, anzi con mais, in bocca, dove fuoriesce la connotazione amara, vivacemente erbacea. Le note di impasto in fermentazione, di lievito secondo alcuni, potrebbero anche risultare familiari, ma non rappresentano un esempio di pulizia. Del resto è una birra che ha un mese di troppo.

Birra 4: Klosterbrauerei Pils 5% del birrificio Reutberg

Forse siamo già passati alla lezione sui difetti della birra e non lo so, ma qui non ci siamo proprio. C’è tutto quello che non dovrebbe esserci in una birra. A imperitura memoria, qualcuno tra gli astanti le ha dipinto due aggettivi che definirei ficcanti e lapidari: asparago, e ancora potrebbe starci, ma se inizia a puzzare di acqua di cottura di ceci allora è palese che c’è qualcosa che non va.

reutberg_kloster_pils
schlenkerla fastenbier

Birra 5: Fastenbier 5.9% del birrificio Schlenkerla

Una bomba. Il birrificio icona delle birre affumicate, una su tutte la sua Märzen, non smentisce neppure con la sua meno famosa birra pasquale. Scamorza e speck, volendo dare un volto ai sentori di fumo, con divagazioni di pepe nero tostato. La nota affumicata, dominante al naso, in bocca viene soggiogata da sentori tostati ai quali il fumo fa da impalpabile tappeto.

Birra 6: Altfrankische Klosterbier, Vienna Lager 5.1% del birrificio Weissenoher

Per essere una Vienna pare un po’ troppo dolcina, nonostante il contributo dei malti base conferiscano decise note tostate di biscotto, pane tostato e nocciola. È tuttavia l’erbaceo che manca. In compenso c’è anche stavolta la netta sensazione di mais cotto, che snatura quella che dovrebbe essere una birra bella ed elegante.

altfraenkisch
tipopils

Birra 7: TipoPils 5.2% del Birrificio Italiano

Leggermente fiacca, la TipoPils rimane comunque un gran bel bere. Pensare che questa birra ha 15 anni sulle spalle fa capire, parafrasando il suo creatore, che l’America della birra è l’Italia. E forse anche la Germania, romanticismo del viaggio e rusticità delle bevute autoctone a parte. 

Credits: Matteo Malacaria

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