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6 Marzo 2018

Cuoco, professione usurante? Al via i lavori per il riconoscimento della natura gravosa del mestiere.

Lunedì 5 marzo Accademia delle Professioni DIEFFE con Federazione Italiana Cuochi, Veneto Lavoro, Confcommercio, CISL e Spisal si sono riuniti a Padova inaugurando il percorso che porterà alla definizione di un documento tecnico condiviso sul tema.

Un mestiere mosso dalla passione ma anche, e soprattutto, dal sacrificio e dalla fatica. Una professione che accanto alle numerose soddisfazioni prevede grossi carichi di lavoro, turni spossanti e la gestione di clienti sempre più esigenti. Essere cuochi oggi significa operare in un settore in continua crescita – secondo Tiziano Barone di Veneto Lavoro le assunzioni nella sola Regione Veneto sono passate dalle 16.000 unità del 2014 alle 21.700 del 2017 segnando un +35% in 3 anni – che richiede però una forte resistenza allo stress, sia dal punto di vista fisico che mentale.

Lunedì 5 marzo il workshop tecnico svoltosi presso l’Accademia delle Professioni Accademia delle Professioni di Noventa Padovana (PD) ha inaugurando l’interessante percorso che porterà alla definizione di un documento condiviso sul tema, da presentare al Ministero del Lavoro.

L’obiettivo è quello di sottolineare e far riconoscere ufficialmente la natura gravosa del mestiere di cuoco, affinché possa essere inserito nella lista delle professioni usuranti e possano essere prese misure di tutela adeguate per la categoria.

Presenti al tavolo di lavoro Rocco Cristiano Pozzulo (Presidente nazionale della Federazione Italiana Cuochi), Federico Pendin (Presidente della Cooperativa Sociale DIEFFE), Tiziano Barone (Direttore di Veneto Lavoro), Enrico Rizzante (Confcommercio Padova), Paolo Nalesso (CISL Veneto), Matteo Gregolin e Andrea Guarnieri (Job Select), Giorgio Sbrissa (Enaip Veneto), Luciano Moro (esperto di formazione professionale) e Spisal di Padova.

Saranno monitorati gli aspetti sanitari e di igiene del lavoro dei professionisti della cucina – precisa Federico Pendin, Presidente della Cooperativa Sociale Accademia delle Professioni – che sono chiamati a rispondere ad una clientela sempre più esigente in termine di qualità, fantasia e varietà del prodotto.

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Dall’altro – continua Pendin – operare con tempistiche pressanti, in spazi spesso ristretti e in condizioni ambientali non sempre agevoli, in ambienti con alte temperature e con la presenza di fumi e vapori continui, insieme alla postura scorretta e a un sollevamento di pesi costante, provoca a lungo andare danni alla salute dell’organismo.

È un mix di componenti che viene messo in gioco, aggiunge il Presidente nazionale FIC Rocco Pozzulo: sia quello psicologico-relazionale, sia quello fisico, in quanto il cuoco è chiamato a lavorare in periodi festivi, in orari disagiati e con richieste molto pressanti. È per questo, forse, che un alto numero di cuochi lascia la professione dopo 10/15 anni di lavoro cercando un contesto lavorativo più favorevole.

Cosa fare allora di fronte a questa situazione?

Ampio spazio è stato dedicato alla formazione, sia riorganizzando tempi e metodi di lavoro, ad esempio ruotando i diversi compiti della cucina in modo da svolgere più mansioni diverse tra loro, sia acquisendo abitudini personali in grado di prevenire comportamenti a rischio, come ad esempio lo sport.

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Durante la mattinata, il Presidente FIC Pozzulo ha inoltre colto l’occasione per incontrare i giovani studenti dell’Istituto Professionale DIEFFE, presentando loro le attività e il ruolo che la Federazione Italiana Cuochi ricopre a livello internazionale ma anche, e soprattutto, condividendo con loro la propria esperienza professionale e fornendo preziosi consigli: “Diffidate dalle scuole che promettono di formarvi per andare in televisione, lì ci si arriva perché si ha una lunga formazione e gavetta alle spalle, perché si ha qualcosa da raccontare. Mettetevi in gioco, partecipate a concorsi, e quando lavorate ragionate come se aveste sempre un giudice alle vostre spalle, così diventerete bravi cuochi!”.

“DIEFFE è orgogliosa di sedere a questo tavolo tecnico in qualità di rappresentante del mondo della formazione professionale legata al settore enogastronomico, ma anche in qualità di ente moderatore per favorire  le relazioni tra i soggetti coinvolti, il mondo dell’impresa e le altre istituzioni presenti sul territorio”. Questa invece la dichiarazione del Presidente Accademia delle Professioni Federico Pendin, che ha guidato l’incontro tenutosi lunedì in Accademia a Noventa Padovana.