CHEF IN PUNTA DI DITA

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Accademia delle Professioni è partner di Chef in Punta di Dita, Campionato internazionale di Finger Food nato nel 2013.

Ogni anno la competizione nazionale e Internazionale mette a confronto professionisti di tutto il mondo su varie categorie di Finger Food. L’evento vuole promuovere e valorizzare, all’interno della realtà ristorativa, l’offerta gastronomica denominata Finger Food.

Tra i giudici di Chef in Punta di Dita spiccano noti docenti di Accademia, come Luigi Cappelletto, Samuele Beccaro, Andrea Rosti.

Un comitato scientifico sostenuto da due riviste specializzate e di settore quali Zafferano e L’Arte in Cucina, ha voluto mettere nero su bianco le nozioni sul Finger Food, dopo aver analizzato quanto si era fatto, visto, detto e presentato in merito all’argomento negli anni precedenti. La ricerca del comitato scientifico ha preso spunto da tutte quelle occasioni a livello internazionale e nazionale all’interno delle quali i Finger Food sono stati oggetto di valutazione da parte di giudici.

Un’eqiupe di chef, Dottori in Scienze e Tecnologie Alimentari e il Direttore Esecutivo della Rivista Zafferano, tutti esperti del settore in differenti ambienti gastronomici e culinari, in occasione dell’evento “Chef in punta di dita”, hanno messo a punto una sorta di codifica contenente precise norme referenziate sul mondo del Finger Food.

Nel mondo culinario professionale il termine Finger Food nacque formalmente tra il 12 ed il 17 febbraio del 2002 nel contesto di Expo-Gast di Salisburgo dove, durante la classica competizione triennale, il regolamento della manifestazione prevedeva un programma specialistico di Finger Food per le Squadre Nazionali di Chef di cucina che partecipavano. Nei parametri, del resto molto generalizzati, si indicavano i Finger Food come un’idea gastronomica collocabile ad inizio pasto, articolata, che poteva essere gustata in punta di dita. Da qui in avanti si manifestò il grande entusiasmo di molti chef nel dilettarsi alla ricerca di ricette, spunti, leccornie, aperitivi che meglio potessero esprimere l’idea del Finger Food. D’altro canto il patrimonio culturale enogastronomico della cucina classica già aveva un’idea di “Petites Bouches”: piccoli bocconi, aperitivi, privi di un’essenziale codifica legata non solo alla dimensione, ma all’intera struttura.

COS’È IL FINGER FOOD

Si tratta di un’offerta gastronomico-alimentare che si presenta in piccole dimensioni, in un boccone appunto, che preveda una struttura articolata. Il Finger Food può essere servito in qualsiasi formula ristorativa: dal bar al ristorante top, alla terrazza mare di un chiosco, e deve essere presentato con uno stile “appetibile”. Il Finger Food differisce da alcuni cibi da mangiare in un boccone tipici della cultura gastronomica italiana, soprattutto legata alle cucine territoriali, come bruschette, spunciotti, fritti o focaccine. Il Finger Food viene sempre presentato in piccole quantità e in articolate e policrome forme, deve inoltre garantire, a chi lo mangia, l’opportunità di diventare un boccone per i cinque sensi.